L’ALLEGRA ARIA DI VARESE

  • by Francesca - Mer, 29/04/2015 - 13:35

di FRANCESCA STRAZZI, Dottore di Ricerca in Storia e Letteratura italiana dell'età moderna e contemporanea

Domenico Balestrieri (1714-1780) è stato un poeta e scrittore milanese. Fece parte dell’Accademia dei Trasformati, tra i suoi amici si annoverano le personalità più illustri del secolo dal Parini al Tanzi, dal Verri all’Imbonati. Gravitando in area lombarda i suoi soggiorni in terra insubrica sono testimoniati da un gruppo di liriche che furono raccolte e stampate nel 1993 in un opuscolo voluto da Eligio Pontiggia per la cura di Felice Milani e con la prefazione di Dante Isella. Benché non appartenesse all’aristocrazia meneghina, sono innegabili i legami con quest’ultima che gli garantirono soggiorni tutt’altro che spiacevoli nel cuore di Varese (Masnago, Casbeno e il Sacro Monte). Fu, inoltre, traduttore in vernacolo milanese della Gerusalemme Liberata del Tasso e di alcune liriche del greco Anacreonte. Il poeta del 500 a.C. è noto soprattutto per aver cantato l’amore e il buon vino. Questa comunanza di temi ha spinto il Balestrieri non solo a seguire l’invito di Parini per la traduzione, ma a dedicargli una poesia dove elogia Varese:

Basta in st’aria inscì allegra de Varese,

benché in desus a fa el galant, son pront

a esprimel alla grega in milanes;

e par no restà sott poeù in del confront

del trincà ben, coj vin de sto pajes,

nò vuj famm manc onor d’Anacreont. (

Basta quest’aria allegra di Varese, benché non sia abituato a galanterie, per esprimermi dal greco al milanese, e per non essere inferiore nel bere bene, coi vini di questo paese, voglio fare onore ad Anacreonte).